Dolce a parlar si fea: Deh! non piangete,
Donna, sul mio voler, ch’io già presumo,
Senza cura o pensier, starmi dinanzi 105Ad ogn’altro campion. Sol m’aitate
Nel mio vïaggio alla burgundia terra,
Per ch’io co’ prodi miei vesti cotali
Aggia con me, quali recar soltanto
Possono con onor campioni alteri. 110Di tanto a voi dirò con molta fede
Grazie veraci. — Poi che tu ritrarti
Da ciò non vuoi, regina Sigelinde
Così rispose, aita in tuo vïaggio,
Unico figlio mio, con le migliori 115Vesti che cavalieri unqua recaro,
A te darò, darò a’ compagni tuoi.
Copia che basti, voi recar potrete.
Inchinavasi innanzi alla regina
Sifrido allora giovinetto. Ei disse: 120Più che dodici eroi nel mio vïaggio
Aver meco non vo’; per questi soli
S’approntino le vesti. Io volentieri
Bramo veder ciò che a Kriemhilde accade.