Ond’erano venuti alla sua terra, 125Gradito al cor così gli venne. Intanto,
Fino al settimo dì ne andâr le feste,
E Sigelinde ricca, ad un antica
Legge conforme, per l’amor del figlio
Fulgid'oro spartì, ch’ella volea 130Tanto ottener che fossergli le genti
E benevole e amiche. E là nessuno
Si vide errar mendico, e dava intanto
Vesti e destrieri liberal la mano
Dei due regnanti, come se di vita 135Lor non restasse un dì. Credo non mai
Verso famigli e amici altri adoprasse
Maggior grandezza. Con pregiato onore
Si disciolse la festa, e da vassalli
Ricchi e potenti bene udiasi allora 140Che il giovane guerriero elli bramavano
Aver signore. Ma di ciò desio
Prence Sifrido non avea, quel prode
Leggiadro e bello. Fin che visser ambo
E Sigemundo e Sigelinde, il figlio 145A lor diletto mai non volle in capo