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I Nibelunghi lxxi

credo che le due traduzioni possano stare accanto l’una dell'altra, essendo differenti di modo e di concetto. Della mia traduzione, dopo aver appresa la lingua del testo sotto la guida dell’illustre prof. Emilio Teza a Pisa negli anni 1870 e 1871, diedi già un saggio nella mia Antologia Epica,1 inserendovi la morte di Sifrido. Ma quella traduzione era soverchiamente libera, e però la disfeci, ricominciando da capo allorquando il lungo lavorìo intorno alla traduzione del poema di Firdusi m’ebbe lasciato un poco di quiete. Ora la traduzione del poema di Firdusi è pubblicata,2 e questa dei Nibelunghi si licenzia per le stampe. Chi sa che, terminato che io abbia un lungo lavoro che ho fra le mani intorno alla storia della poe-

  1. Torino, E. Lœscher, 1878 (pag. 256-301).
  2. Firdusi, Il Libro dei Re, poema epico, recato dal persiano in versi italiani da I. Pizzi. Torino, Bona, 8 vol., 1886-88.