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I Nibelunghi lxvii

venuti cavalieri che portavano tali vesti quali in Borgogna si avea costume di portare.» — Nel qual luogo, tra le altre inesattezze che il lettore può notare, il Cernezzi ha dimenticato l’inciso: dar wâren si gesant, laddove essi erano inviati, e non ha inteso il verso: Sifride und Kriemhilde warl beiden dô geseit, a Sifrido e a Kriemhilde, ad ambedue, allora fu detto, perchè egli traduce: Sigfredo nel castello era presso Crimilda. — Ancora, seguitando, il Cernezzi traduce:

. . . . . . . . . . . . . . Dal suo letto sorse
tosto Crimilda, e ad un’ancella impose
di recarsi al balcone. Allor veduto
fu nella corte Gero e i suoi compagni,
ond’essa al re dicea: Vedi coloro
nella corte con Gero? Qui mandati
li avrà Gontero, il fratel mio.

E il testo dice: «Ella balzò da un letto dove giacea riposando. Pregò allora un’ancella di andare a una finestra; e costei vide