medio-alto-tedesco, incerto molte volte nelle sue forme grammaticali, nella sua sintassi e nella espressione spesse volte troppo elittica e concisa. Perciò i Tedeschi stessi ebbero bisogno di qualche traduzione, tra le quali (anche a rischio di dimenticarne qualche più recente e migliore) ricorderemo quella del Simrock, valente traduttore dell’Edda, del Döring, del Braunfels. La migliore traduzione francese è giudicata esser quella del Laveleye; e noi Italiani finora abbiamo avuto due traduzioni del poema, una del Cernezzi, l’altra del Gabrielli, alle quali, per colpa mia, ora si aggiunge la terza.
La traduzione del Cernezzi è in versi sciolti,1 dedicata ad Andrea Maffei. A me, che pure ho tentata una traduzione in versi sciolti dei Nibelunghi, non è lecito giudi-
- ↑ Il Canto dei Nibelongi, antico poema tedesco. Prima traduzione italiana di Carlo Cernezzi, Milano, Pirotta e C., 1847.