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lxiv I Nibelunghi

tato dalla finestra il libro, perchè assolutamente inutile. Ma poi, destata la curiosità e conosciuto il merito vero dell’antico poema nazionale, esso ebbe edizioni infinite, commenti e chiose e scritti, intesi a dichiararne l’origine, l’importanza e la composizione, a stabilirne il testo. Una ricca letteratura critica si schiera bellamente dattorno a questo monumento antico della letteratura germanica e gli fa degna corona, i lavori, sovra gli altri tutti, del Lachmann, di Guglielmo Grimm e del Bartsch. I manoscritti più autorevoli, poi, sono tre, nè vanno più in là del secolo decimoterzo, e sono: uno di Monaco, un altro di San Gallo, e un terzo che appartenne già ad un ricco e dotto signore tedesco, Giuseppe Lassberg, che volle far dipingere sulle pareti delle sale del suo palazzo i fatti dei Nibelunghi, togliendoli com’erano miniati dal manoscritto da lui posseduto.

La lingua del poema dei Nibelunghi è il