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I Nibelunghi lxiii

qual fu la sorte di ciascuno dei suoi personaggi. Che se fosse lecita una comparazione un poco volgare, io direi che il poeta dei Nibelunghi, con tanta folla di personaggi da far morire, trovasi a disagio come il giocoliere che dovrebbe far muovere una dozzina di burattini e non ha che due mani a sua dispozione.

I Nibelunghi, che pure, anche con le loro imperfezioni, sono sempre uno dei più solenni monumenti della letteratura germanica del Medio Evo, restarono lungamente ignorati fino alla metà del secolo passato, intanto che la letteratura tedesca servilmente imitava la francese. Dicono che il Lessing per primo ne rinfrescò la memoria nello stesso tempo che il Bodmer, svizzero, avendo ritrovati i manoscritti dei Nibelunghi, pensò di farne una edizione, che egli disegnava di dedicare a Federico di Prussia, quando il gran re, invasato d’ammirazione per le cose francesi, gli dichiarò che gli avrebbe get-