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I Nibelunghi liii

cepito il racconto il cantore dell’Edda, allora che l’antichità pagana e mitica, madre feconda di epopee, glielo alimentava di un fuoco vitale.

Donde si vede che non del tutto è giustificato l’entusiasmo che per il loro poema nazionale hanno i Tedeschi, i quali vollero anche, almeno tempo fa, dirlo e considerare eguale in importanza e bellezza ai poemi omerici, massime allorquando esso, dopo un lungo obblio, fu ritratto felicemente alla luce. Ma ora i caldi entusiasmi d’un tempo sono alquanto calmati, sebbene a quegli entusiasmi molto si debba condonare, perchè nati da amor di patria. E però anche dai Tedeschi si vede e si riconosce che molti difetti trovatisi nei Nibelunghi. Uno dei quali, anzi uno dei più gravi, si è che in alcuni punti il poema sembra una povera cronaca messa in versi, perchè lo studio di non lasciare indietro nessun particolare e di toccar tutti i momenti intermedî dell’azione, ha indotto