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lii I Nibelunghi

zione placida, non già di equilibrio dello animo; tranquillità voluta, non nata da sè, perchè il poeta anche troppo si compenetra dei sentimenti che animano i personaggi suoi. Perciò i Nibelunghi sono ben lontani dalla serenità dei poemi omerici, nè hanno la maestà del poema di Firdusi che contempla dall’alto e descrive la lotta secolare tra Irani e Turani, immagine terrestre, viva perciò ed efficace, della gran lotta cosmica tra Ormuzd e Ahrimane, tra il bene e il male, nè spirano l’aura mistica del Râmâyana indiano, dove gli eroi, altrettante incarnazioni di Dei, malamente e a stento si muovono in quell’atmosfera sacerdotale. I Nibelunghi, adunque, hanno carattere tutto loro speciale, e perchè furon versificati da poeta cristiano che vi trasfuse idee e pensieri del tempo e ve ne aggiunse anche i costumi, diversi assai da quelli dei veri tempi epici, mostrano d'esser discesi, almeno d’un gradino, da quell’altezza in cui ne aveva con-