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I Nibelunghi xliii

senzialmente feroce e spietato, spietato talvolta senza ragione vera, o almeno plausibile, come quando d’un tratto, sotto gli occhi di Kriemhilde e di Etzel, loro uccide il figlio Ortlieb che s’aggirava fanciullescamente attorno alla tavola del convito. Anche qualche tratto demoniaco è nella natura di Hagen, e in ciò egli disvela una grandezza maestosa e una fierezza grande, e pare che egli ricuopra e protegga della sua potenza quasi diabolica quel suo re Gunther che sembra pupillo inetto dinanzi a lui, come Roberto di Normandia dinanzi al cavalier Bertramo e il dottor Faust dinanzi a Mefistofele.

Ora, nella relazione in cui stanno fra loro i caratteri di Hagen e di Gunther nei Nibelunghi, è bellamente e pienamente osservata una legge costante di queste antiche epopee, dovute in gran parte al genio popolare. Nelle quali fu già osservato che accanto all’eroe principale sta sempre un altro