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xlii | I Nibelunghi |
tanto amore la sua eroina da raccontarne e descrivere la discesa, quale un trionfo, alle sedi dei morti.
Quarto viene Hagen di Tronega, che la Edda dice fratello del re di Borgogna e il poema dei Nibelunghi attesta esserne soltanto il più fido amico. Come tale, esso è l’anima dannata, se cosi può dirsi, del suo signore, per il quale egli non esita ad affrontare arditamente qualunque pericolo e a commettere qualunque opera, anche la più rea e trista. Il prode Sifrido, perciò, cadrà per sua mano, e del gravissimo misfatto, mentre gli altri tutti pensano qualche finto racconto per discolparsi nel cospetto di Kriemhilde, come saranno tornati a Worms, e già s’argomentano di dirle che ignoti ladroni le hanno ucciso lo sposo nella selva, egli stesso, Hagen, dice di pigliar per sè tutto l’odio e la colpa, perchè egli non è avvezzo a tener conto di pianti di femmine. Dal qual fatto abbastanza s’intende che Hagen è es-