Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/404


I Nibelunghi 333

Per la tua fede. E non t’è d’uopo a quelli
Che t’han fatto dolor, l’anima tua
Han conturbata, dimandar servigi.
Di mia ricchezza vivrai tu. — Cotesto
40Avvenir non potrà, disse colei
Al cavaliero. S’io veder dovessi
Hàgene ancora, mi morrei d’affanno.
    Dolce sorella mia, sciolta di tanto
Io ti farò. Presso al fratello tuo,
45Giselhero, tu resta. Io de la morte
Dell’uomo tuo vo’ consolarti. — E quella,
Poverella di Dio, così rispose:
Di Kriemhilde è cotesto alto bisogno!
     Poichè, con tal bontà, sì la pregava
50Il giovinetto, Ute e Gernòt e quelli
Suoi congiunti fedeli incominciaro
A supplicar. Ch’ella restasse ancora,
Pregavan essi; e niun congiunto invero
Di Sifrido tra i prodi ella si avea.
     55Gernòt così dicea: Tutti là sono
Stranieri a voi, nè tanto vive alcuno,
Anche se forte, che non giaccia estinto.