tenarsi il furor della vendetta di Kriemhilde. Eppure costei assiste impassibile alla morte de’ suoi fratelli innocenti, anzi ne procaccia la morte e promette oro e favori a chi li scannerà sotto gli occhi suoi. Nella quale efferatezza ella è anche codarda e vile, trovandosi ch’essa teme di essere uccisa da Hagen e prega d’aiuto Dietrico perchè la difenda (Avvent. XXXIII). Ancora, essa sembra misurare il sangue de’ suoi nemici a goccia a goccia, e gode e si compiace di vederne rosseggiar le vesti di Hagen (Avventura XXXV), al quale tuttavia ella sarebbe disposta di perdonar la vita (scordando così la vendetta del suo Sifrido), qualora egli le volesse manifestare il tesoro nascosto. — Nella ferocia stessa e nel barbaro costume può qualcuno, come abbia anima grande, serbare una certa maestà che incute rispetto e venerazione, e il Vico già disse che la barbarie va d’accordo col grande; ma in Kriemhilde che patteggia sangue, oro e vita,