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I Nibelunghi xxxvii

per nulla e moriranno miseramente, il primo, tradito dal fratello Sheghâd, un maligno e spregevole omiciattolo, e il secondo, per le calunnie dei principi turani, presso i quali egli, fuggendo l’ira del padre, aveva chiesto e trovato rifugio. E Achille, vincitore di Ettore e di Troia, non cadrà forse per un colpo assestatogli a tradimento da Paride, imbelle ed effemminato? E Orlando non perirà forse per il tradimento di Gano di Maganza? Anche Sifrido, per placar la voglia di Brünhilde, sarà ucciso a tradimento da Hagen, perfido e crudele e d’animo truce; anzi, nel bosco dove sarà vibrato il colpo traditore, dopo aver date mille prove di destrezza nella caccia delle fiere, egli accoglierà con animo festante l’invito alla corsa, senza sospettare dopo tanti ammonimenti della sposa, presaga di qualche sventura grave, che quello era per lui un invito di morte. Perchè Hagen, fatta la prova del gareggiar correndo, trafigge di pugnale l’infelice che erasi chi-