Ciò veramente a me sarìa dolore
Senza misura! — I buoni cavalieri 295Guardavansi l’un l’altro. E si dovrìa,
Dicea Sifrido valoroso intanto,
Questo a donne imparar perchè lasciassero
Lor parole oltraggiose. Alto divieto
Fanne, Gunthero, alla tua donna, ch’io 300Alla mia donna il farò ancora. E invero
D’atti sì tristi i’ mi vergogno assai.
Fûr separate, al cessar di que’ detti,
Le vaghe donne, ma d’assai crucciavasi
Brünhilde, e sì dovean pietade averne 305Di Gunthero gli amici. Ecco! venìa
Hàgene di Tronèga. Ei s’accostava
Alla signora sua, chiedea che mai
Avvenuto le fosse, or che piangente
Ei la rinvenne. E gli narrava aperto 310Il tristo caso ella medesma. Allora
Hàgen promise che n’avrìa la pena
L’uom di Kriemhilde, o ch’egli stesso mai
Non avrìa gioia in sempiterno. Venne
A quel sermone Ortwin pur anco e venne