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I Nibelunghi 261

Donna Kriemhilde: Anche potreste il passo
Cedermi innanzi, e farò chiaro il vero
Per questo anello d’or ch’io reco al dito.
Mel porse un giorno il mio diletto sposo
210Dopo la notte che appo voi si giacque.
     Davver! che giorno più funesto e reo
Brünhilde mai non visse! — Eppur soggiunse:
     Questo anel prezioso e in fulgid’oro
Tolto invero mi fu, lunga stagione
215Mi si tenne per mala opra nascosto;
Or’io giungo a veder chi mel rapìa.
     Così venìan le donne in gran corruccio,
E Kriemhilde dicea: Donna che ruba,
Io giammai non sarò. Meglio dovevi
220Tu serbarne silenzio, ove l’onore
Stato caro ti fosse. Io vo’ mostrarti
Che non mentii, con questo cinto istesso
Ch’ho a’ fianchi attorno. E fu davver l’amante
Di te Sifrido mio. — Ella recava
225Quel cinto che di Ninive con seta
Era intessuto in prezïose gemme,