turale, ma gli vennero essi piuttosto con le memorie del racconto dei secoli passati, è certo però che egli li ha conservati con molta arte, e tali quali erano, li ha presentati ancora. E tra questi, primo si fa innanzi Sifrido, il bello e valoroso Sifrido, al quale aggiungono venustà alcuni tratti non del tutto cancellati dell’antica natura mitica, ond’egli appare più splendido e più ideale e lontano dalla verità dura e volgare della vita. Come è valoroso e avvenente, sì che egli è il sospiro d’ogni fanciulla in qualunque luogo si rechi, così egli è rapido di pensiero e di mano, onde, non appena si affaccia qualche nobile impresa che possa arrecar gloria a chi s’accingerà a compierla, ed egli tosto vi si sobbarca; nè dal pensiero del sobbarcarsi al mettersi di tutta lena all’opera corre per lui gran tratto di tempo, ma concepire e fare sono per il fatato eroe una sola e medesima cosa. E però gli amici e i creduti amici sempre lo trovano pronto a conceder