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230 I Nibelunghi

Buono ed alto è davver. Diremo ancora
Ciò che la madre vostra impose a noi,
Ute regina; e Giselhèr garzone
145E principe Gernòt ed i congiunti
Vostri migliori c’invïâr. Da quella
Burgundia terra ei v’offrono servigi.
     Gli ricompensi Iddio, dicea Sifrido,
Ch’io credo in lor bontà veracemente
150Ed in lor fede, qual pur verso amici
L’uom deve, e questo fa di simil guisa
La lor sirocchia. Ora dovete a noi
Novelle riferir se animo franco
Ed alto in loro ostelli hanno que’ nostri
155Diletti amici. Da che noi partimmo,
Nessuna offesa fece mai qualcuno
A’ miei congiunti? Concedete voi
Ch’io mi sappia cotesto! Io vo’ pur sempre
Loro aita recar con molta fede,
160Finché, per miei servigi, alti lamenti
Lor nemici faran. — Gère margravio,
Valoroso guerrier, così rispose:
     Per tutte lor virtù, d’anima franca