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I Nibelunghi xxxi

pubblico lo stesso fatto. Queste testimonianze prendiamo dal libro del Laveleye, che con tanta lode si è occupato degli studi dell’Edda e dei Nibelunghi; ma nè il Laveleye, nè alcun altro ci sa e ci può dire che fossero questi canti antichi, mentre il poema dei Nibelunghi quale al presente lo abbiamo, per ragioni di lingua e di forma poetica e per il colorito cavalleresco e cortigiano dato al racconto, non può esser posto prima del dodicesimo secolo.

Al qual proposito osserva il Bartsch, accurato editore e illustratore dei Nibelunghi, che i sentimenti cavallereschi e cristiani e le descrizioni frequenti delle corti e del vivere cortigiano e quella consuetudine vanitosa di descrivere ad ogni momento vesti e abbigliamenti di dame e di cavalieri, tutte cose contrarie per natura al racconto antico e barbarico, non possono che additarci di lontano e in maniera al tutto incerta un poeta cortigiano, un elegante cavaliere delle corti