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I Nibelunghi 219

Anche un nome gli fu, Gunthèr, conforme
165Al nome del suo zio. Di ciò l’infante
Onta aver non dovea. Che se a’ congiunti
Ei somigliava, ciò sarìa per lui
Stata sorte felice. E quei con cura
Sì l’allevâr, ciò che si fea pur anco
170Per debito da lor. Nel tempo istesso
E donna Sigelinde si morìa,
E su tutto ebbe possa della nobile
Ute la figlia, come a donne addicesi
Ricche e potenti su contrade. Assai
175Fu pianto il tristo caso, or che la morte
Rapia colei. Ma là pur anco, al Reno,
Così a dire udiam noi, presso il potente
Gunthero un figlio partorì la bella
Brünhilde, in suolo di Borgogna. Detto
180Ei fu Sifrido per l’amor del prode.1
Con qual cura d’assai, che il pargoletto
Si guardasse, fu ingiunto! E balii volle
Il nobile Gunthero, ei, che allevarlo

  1. L’altro Sifrido, sposo di Kriemhilde.