Sigelinde così, la nobil donna,
Di tutti si prendea solerte cura.
Disse agli amici suoi prence Sigmundo: 145A tutti, che a Sifrido son cognati,
Io rendo noto che la mia corona
Ei recar dee dinanzi a questi eroi.
E quei di Niderlànd ben volentieri
Udìan ridir cotesto annunzio. Intanto 150Al figlio suo lasciò la sua corona
Col suo diritto il re, con la sua terra,
E da quel dì per tutto fu sovrano
Prence Sifrido. Quanto giusto ei vide,
Quanto ei dovè ordinar col suo diritto, 155Tanto da lui si fece, onde le genti
Temean d’assai di Kriemhilde leggiadra
L’inclito sposo. In così grande onore
Visse, egli è vero, e governò pur anco
Sotto alla sua corona in fino al decimo 160Anno, quando acquistò la sua leggiadra
Donna un figliuol. Conforme a volontate
De’ congiunti del re ciò accadde invero.
A battezzarlo ei s’affrettarno e dato