Ostelli d’apprestar là ’ve ciascuno
Gli ebbe più cari, per la notte, in tutta
Di Gunthero la terra; e messaggieri 80Fûro invïati a Sigemundo ancora
Per ch’egli, e Sigelinde insiem con lui,
Saper dovesse ormai che si redìa
Da Worms ch’è al Reno, il figlio suo con quella
Di donna Ute celebrata figlia, 85L’assai bella Kriemhilde. Oh! non poteagli
Esser più grata la novella! Ei disse:
Felice appien, che tanto son vissuto
Fin che qui ne verrà Kriemhilde bella,
Incoronata! Eredità ch’è mia, 90Alto onore n’avrà. Sire qui debbe
Essere il figlio mio, nobil Sifrido!
E donna Sigelinde assai donava
Cose lucenti al messaggier, d’argento
E d’oro un grave pondo, e fu cotesta 95Mercè che a lui serbò. De la novella
Ch’ebbe da lui, si rallegrava, e intanto,
Quanto più s’addicea, le ancelle sue