Fu di me stesso la sirocchia tua,
Kriemhilde bella; e questa notte ancora 480Forz’è che sposa tua facciasi al fine
Donna Brünhilde. — Aggiunse poi: Stanotte
Io verrò pure a le tue stanze, ascoso
E non visto così per la mia cappa,
Che niuno intenderà di me l’astuzia. 485Lascia tu allora a le lor stanze andarne
I tuoi famigli, ed io le lampe in mano
Spengo a’ tuoi paggi. E perch’io son là dentro,
Noto con ciò ti sia che a te servire
M’accingo volentier. La donna tua 490A te sommetto di tal foggia, ratto,
Che tu stanotte ne godrai l’amore,
O io la vita perderò. — Eccetto
Che tu goda l’amor, dissegli ’l prence,
Della mia donna cara, io per tutt’altro 495Son felice e contento, e ciò che vuoi,
Tu fa’, Sifrido. S’anche le togliessi
La vita, di cotesto io non vorrei
Darmi pensiero. Ell’è terribil donna!
Questo mi tolgo sulla fede mia,