Fin che mostrossi fulgida l’aurora
Per le finestre, là dovette appeso
Restar costante. Se vigore egli ebbe, 395Poca forza or gli resta alla persona!
Or voi mi dite, principe Gunthero,
Disse la vaga giovinetta, alcuna
Doglia se in voi sarebbe questa, allora
Che i vostri paggi dalla man di donna 400Vi trovassero avvinto. — Oh! male assai,
Il nobil cavalier le rispondea,
Sarìa per voi cotesto! — E anch’io n’avrei
Onor ben poco veramente! aggiunse
L’uom generoso. Ma deh! voi, per quella 405Vostra stessa virtù, fate ch’io torni
Da presso a voi! Da che sì gran travaglio
Di me vi dà l’amor, con le mie mani
Io mai non toccherò le vostre vesti.
Ed ella ratto il disciogliea, ponendolo 410Fermo su’ piedi suoi. Tornossi al letto
Il cavaliere con la donna sua,
Ma tanto lungi si tenea, che raro,
Oh! raro assai, ne rasentò le vesti,