Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/255

184 I Nibelunghi

135L’aspra tenzone, sotto a molti vennero
Eccelsi padiglioni a sollazzarsi
I cavalieri, ei sì, d’alta letizia
Appo le donne per desìo. Ma quando,
Poco prima del vespro, allor che il sole
140Già tramontava e fresca già si fea
L’aria a l’intorno, perchè a lungo ancora
Altri là non restasse, ecco! levârsi
Al borgo per tornar uomini e donne,
E con occhi guardavasi amorosi
145Di cavalieri, di leggiadre donne
L’avvenente persona. E molte vesti
Fûr da valenti eroi, qual è costume
Di quella terra, in cavalcar squarciate,
Fin che dinanzi dal palagio il sire
150Scendendo si fermò. Così a le donne
In quella guisa che d’anima altera
Fanno gli eroi, prestavasi servigio.
     Anche si separâr le due possenti
Regine allora, e donna Ute e quella
155Figlia sua, con le ancelle, in ampie stanze
Insieme ritornâr. S’udiano intorno