Ciò che feano armeggiando i cavalieri,
Stavansi a rimirar; constami intanto 115Che dinanzi a le tende assai ritorni
Fe’ cavalcando principe Sifrido
Co’ suoi guerrieri. Egli adducea ben mille
Gagliardi eroi di Nibelunghi. Allora
Hàgene di Tronèga, a ciò che indisse 120L’ospite suo regal sè conformando,
Là nel mezzo venìa. L’aspra tenzone
Divise amicamente il valoroso
Di foggia tal, che da la polve intatte
Lasciâr le vaghe giovinette i prodi, 125E, da gli ospiti accolti, volentieri
Di lui consiglio si seguìa. Parlava
Sire Gernòt frattanto: I palafreni
Starsi lasciate qui, fin che cominci
L’aria fresca a venir. Potremo allora 130Incominciar così le vaghe donne
A servir noi, menandole rimpetto
All’ampio ostel del sire. E allor che voglia
Il sire cavalcar, siate voi pronti.
Poi che disciolta fu per tutto il loco