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I Nibelunghi xxv

al punto d’esser mangiato e postosi alle labbra il dito, scottato dal grasso ardente, acquista la facoltà di intendere il linguaggio degli uccelli, e ode intanto certe aquile che discorrevano tra loro del come Regin meditasse la morte del suo compagno e aiutatore. Sigurdh allora, con quella stessa spada che Regin gli aveva fabbricata per uccidere Fafnir, tanto sottile che, immersa nell’acqua del fiume, tagliava a mezzo i fiocchi di lana portati giù dalla corrente, uccide il traditore e si porta via il tesoro, montato sul suo cavallo Grani.

Tutto ciò non si trova nei Nibelunghi, nei quali si legge soltanto della spartizione del tesoro e della uccisione del drago, ma nulla della natura di esso tesoro e della maledizione che l’accompagna.

L’Edda ancora ci fa sapere la precedente amicizia di Sigurdh e di Brynhilde, alla quale i Nibelunghi confusamente accennano. Perchè Sigurdh, ucciso Regin e tolto con sè

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