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168 I Nibelunghi

Sifrido in corte. Ed ei ben fea di buona
Voglia cotesto, ch’ei vedea le donne
145Volentieri d’assai. Kriemhilde illustre
Grazïosa gli disse: Oh! benvenuto,
Sifrido, siate voi, buon cavaliero
Degno di lode! Ov’è il fratello mio,
Gunthero, il nobil re, possente e ricco?
150Di Brünhilde per man, la vigorosa,
Perduto l’abbiam noi, credo. Fanciulla
Misera che son io, qual venni al mondo!
     L’ardimentoso cavalier rispose:
Or la mercè di messaggier mi date!
155Voi, leggiadra donzella, oh! voi per nulla
Vi state a lagrimar. Illeso e incolume
Il lasciai; e cotesto io qui vi rendo
E manifesto e noto. A voi con queste
Novelle m’invïaro. Egli e la sua
160Donna diletta con amor del core,
Nobil regina, v'ofiron grazïosa
Lor servitù. Lasciate adunque il pianto,
Che giunger tosto ei vonno. — In lungo tempo
Più gioconda novella unqua non ebbe