Fu corruccio ai Burgundi. Oh! per le mie
Armi, Hàgene disse, il mio signore 365Qual donna mai si fece amante! Certo
Ch’ella dovea laggiù, nel buio inferno,
Al diavolo maligno andarne sposa!
Alle candide braccia ella frattanto
I bracciali si cinse, e incominciava 370L’ampio scudo a brandir, levava in alto
Il giavellotto, e l’orrida tenzone
Al principio venìa. Già di Brünhilde
Temean lo sdegno e Sifrido e Gunthero,
E se accorso in aita allor non fosse 375Prence Sifrido, a re Gunthèr la vita
Ella rapita avrìa. Furtivamente
Ei s’accostò, la man toccògli, e il sire
Con suo sgomento assai di tale astuzia
S’avvide allor. Chi mi toccò? pensava 380L’uom valoroso e guardavasi attorno
Da tutte parti, nè vedea che alcuno
Là si stesse davver. Disse Sifrido:
Sifrido mi son io, l’amico tuo
Diletto e caro. Ben dêi tu, dinanzi