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I Nibelunghi 127

Lasciato avrei cotesto. — Ed ella disse:
     Poi ch’è tuo sire e tu se’ l’uom di lui,
Nel gioco ch’io gli pongo e ch’egli ardisce
Di sostener, s’egli ha vittoria certa,
215Io son la donna sua; ma se ch’io vinca
Avvien, per tutti voi ne va la vita.
     Hàgene allora di Tronèga disse:
Donna, fateci almen questi tremendi
Vostri giochi veder pria che vittoria
220Gunthero, il mio signor, confessi a voi,
Chè ciò male sarìa. Ma sì avvenente
Giovinetta davver! ch’ei vincer spera!
     La pietra ei dee scagliar, dietro la pietra
Avventarsi d’un balzo e lanciar meco
225Lanciotti acuti. Ma di tanto voi
Non v’affrettate! Perder qui potreste
E la vita e l’onor; di ciò pertanto
Pensier vi date, — favellò in tal guisa
L’amabil donna, e al suo signor frattanto
230Si fea da presso principe Sifrido
Ardimentoso e gl’indicea sommesso
Ch’ei volesse dinanzi a la regina