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I Nibelunghi 121

Recavano gli eroi ardimentosi
E acuti ed ampi. E ciò vedea Brünhilde,
La nobile fanciulla. Appo Gunthero
80Venian pur anco ed Hàgene e Dancwarto.
Noi udimmo ridir come esti eroi
Recavano pomposa, e d’una tinta
Qual di penna di corvo, ogni lor veste,
Come buone e leggiadre ed ampie e grosse
85Eran lor targhe. Si vedean que’ prodi
Gemme portar d’indica terra, e questo
Diceasi ancor che rilucean le gemme
Su le lor vesti. Là su l’onde azzurre
Il navicello abbandonâr gli eroi
90Senza custodia, e mossero al castello
Su’ lor destrieri, essi gagliardi e buoni.
     Ottanta elli vedeano e sei pur anco
Erigersi là dentro altere torri
E tre grandi palagi ed una sala
95Ampio costrutta in nobil marmo, verde
Come un’erba virente. Ivi co’ suoi
Avea sua stanza l’inclita Brünhilde.
     Fu dischiuso il castello, ampie le porte

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