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104 I Nibelunghi

     Le compagne di lei, qual s’addiceva,
Erano ornate; e come quella intese
Che ambo i prenci venìan, ratto levossi
In piè dal seggio, e con atto cortese
140La s’avanzò ’ve nell’ospite illustre
E nel fratello s’incontrò. Deh! sia
Benvenuto il fratello e il suo compagno,
Disse la giovinetta. Io volentieri
Intendere vorrei ciò che da voi,
145Prenci, si brama, da che andar volete
Ad altra corte. Udir mi fate adunque
Di voi, nobili eroi, che son novelle.
     O donna, io vel dirò, prence Gunthero
Allor rispose. Ben che grande sia
150Animo in noi, è d’uopo a noi ben grave
Una cura portar. Lungi, a una terra
Straniera andremo noi, vaghe fanciulle
A corteggiar. Per tal vïaggio è d’uopo
Che vesti abbiamo noi pompose e belle.
     155Dolce fratello mio, deh! v’assidete,
Disse colei, figlia di prenci, e fate
Ch’io bene ascolti quali son fanciulle