Egli ebbero a lasciar. Là ’ve Sifrido
Rinvenne, andava allor prence Gunthero.
Ei disse al prode: Ciò che far degg’io, 300Tu mi consiglia. Cavalcar dimani
Al primo albor, di qui partendo, vonno
Questi nostri nemici, e ferma pace
Chiedon con meco e con le genti mie.
Or mi consiglia, eroe Sifrido, quale 305A te in questo parrassi opera bella
Ch’io far mi deggia. Quanto a me offerendo
Vanno i prenci, vo’ dirti. Ei volentieri
A me daranno quanto in oro han possa
Di carreggiar, se liberi li sciolgo, 310Cinquecento cavalli. — Oh! ciò sarìa
Opra non bella assai! disse quel forte
E valente Sifrido. E sì v’è d’uopo
Via lasciarli partir liberamente
Da questa terra; e per che i prenci illustri 315Guardinsi bene un dì che da nemici
Ei non vengan più mai qui cavalcando,
Fate sì che di ciò d’ambo que’ prenci
Vi dia la mano sicurezza e pegno.