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90 I Nibelunghi

Dal monastero (uscito erane primo
Il giovinetto), a lui, gagliardo e prode,
Fu indetto ancor di porsele daccanto;
E l’amorosa giovinetta a rendergli
235Ratto sue grazie incominciò la prima,
Ch’egli con tal valor dinanzi ai forti
Pugnato avea. Prence Sifrido, disse
La bella giovinetta, Iddio signore
Vi ricompensi, chè mertato aveste
240Che ogni più forte, d’ora in poi, com’io
Sento narrar, fedele a voi si serbi
Con anima leal. — Con molto amore
Donna Kriemhilde ei cominciò intento
A riguardar. Degg’io sempre servirvi,
245Disse quel prode, e a questo capo mio
Riposo non darò, fin ch’io non aggia,
Per quanto mi vivrò, la grazia vostra
Mertata, o donna mia. Per compiacervi,
Ciò si faccia da me, donna Kriemhilde.
     250Dodici giorni ancora, e in ciascun giorno,
Degna di tutta laude accanto al prode
Starsi fu vista la fanciulla, intanto