Di Sifrido compia l’inclita mano;
Ricchi perciò alla terra di Gunthero
Captivi ei trae con sè. L’uom bello e forte
Col suo vigor li fè soggetti, e danno 590Perciò n’avrà sire Liudgasto ancora,
Ancor n’avrà quel fratel suo Liudgero
De’ Sassoni dal suol. La mia novella
Udite adunque, o nobile regina.
Ambo la mano di Sifrido in ceppi 595Li pose, nè giammai tanti captivi
Altri condusse a questa terra, e solo
Di lui per l’opra fino al Reno ei scendono.
Non mai più dolce simile novella
A Kriemliilde venia. — Ma qui s’adducono, 600Aggiunge il messo, cinquecento in ceppi,
O più, captivi, intatti ancora, e ottanta
Traggonsi di feriti onuste bare,
Tinte di sangue (ciò sappiate, o donna,)
A questa nostra terra. I più trafitti 605Ha la man di Sifrido valoroso;
E quei che oltracotati in riva al Reno
Disdicean l’amistà, di re Gunthero