Sifrido favellò, da che me vonno
I vostri prodi seguitar. Restate
Appo le donne e fate cor d’assai, 215Ch’io sì m’affido e le dovizie e i beni
Di guardarvi con fè. Quei che hanno brama
Di vedervi qui a Worms appo del Reno,
Meglio d’assai potrìan, di ciò la cura
Vogl’io, restarsi alle lor case. Noi 220Tanto di cavalcar dentro a lor terra
Abbiam desìo, che ratto in grave duolo
Si volgerà lor tracotanza stolta.
Dal Reno allor, pei campi d’Assia, seco
Cavalcaron gli eroi verso la terra 225Ch’è di Sassonia, e furo assalti poi
E battaglie, e la terra ei devastare
Con incendi e rapine. Ai due nemici
Prenci davver! che con lor doglia poi
Ciò si fè noto! E quei veniano intanto 230Là sul confine, e gli scudieri innanzi
Andavano per essi. A far dimandi
Sifrido, l’uom gagliardo, incominciava:
Chi de’ compagni qui sarà di noi