430L’eroe di Niderlànd. La mano tua,
Gridò, con meco misurar non puossi.
Re potente son io, l’uomo tu sei
Servo d’un re; non dodici de’ tuoi
Potriam giammai starmi di contro in guerra. 435Alle spade! gridò con fiera voglia
Ortwin da Metze, ed era sì quel prode
Figlio alla suora d’Hàgen di Tronega.
Ma perchè lungamente Hàgen tacea,
Cotesto al sire fu dolor. Là in mezzo 440Gernòt allora, il nobil cavaliero
Di gran valor, si pose. Il vostro sdegno,
A Ortwin ei disse, deh! lasciate! Cosa
Prence Sifrido a noi non fea da tanto;
E sì possiam per guise oneste e amiche 445La lite definir (tale il mio avviso)
E amico averlo ancor. Di maggior lode
Ci fia cagion cotesto. — Hàgen valente
Parlava allor così: Grave corruccio
Egli è per noi, per questi tuoi guerrieri, 450Che cavalcando fino al Reno ei giunga
Per contrastar. Lasciar dovrìa tal voglia,