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bollata anche loro, e chi s’è visto s’è visto. Infine un po’ di carità bisogna averla, santo diavolone! Volete scommettere che se continuate a piantare i piedi in terra come un mulo, non avrete niente?
E lo zio Crocifisso allora rispondeva: — Quando mi prendono da questo lato non so più che dire; — e promise di parlarne a Piedipapera. — Per riguardo all’amicizia io farei qualunque sacrificio. — Padron ’Ntoni poteva dirlo, se per un amico avrebbe fatto questo ed altro; e gli offrì la tabacchiera aperta, fece una carezza alla bimba, e le regalò una castagna. — Don Silvestro conosce il mio debole; io non so dir di no. Stasera parlerò con Piedipapera, e gli dirò di aspettare sino a Pasqua; purchè comare Maruzza ci metta la mano. — Comare Maruzza non sapeva dove bisogna metterla, la mano, e rispose che ce l’avrebbe messa anche subito. — Allora potete mandare a prendervi quelle fave che mi avete chiesto per seminarle; — disse poi lo zio Crocifisso a don Silvestro, prima di andarsene.
— Va bene, va bene, — rispose don Silvestro; — lo so che per gli amici avete il cuore grande quanto il mare.
Piedipapera davanti alla gente non voleva sentir parlare di dilazione; e strillava e si strappava i capelli, che lo volevano ridurre in camicia, e volevano lasciarlo senza pane per tutto l’inverno, lui e sua moglie Grazia, dopo che l’avevano persuaso a comprare il debito dei Malavoglia, e quelle erano cinquecento lire l’una meglio dell’altra, che s’era levate di bocca per darle allo zio Crocifisso. Sua moglie Grazia, poveretta,