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lavoglia, e non vi diranno che fate l’usuraio, se volete riavere il vostro denaro, nè che è danaro del diavolo. — Vi è venuta stanotte la bella idea? — sghignazzò Piedipapera, che mi avete svegliato all’alba per dirmela? — Son venuto a dirvi pure per quei sarmenti; se li volete potete venire a pigliarveli. — Allora potete mandare per l’usciere, — rispose Piedipapera; — ma le spese le fate voi. — Quella buona donna di comare Grazia s’era affacciata apposta in camicia per dire a suo marito: — Cosa è venuto a confabulare con voi lo zio Crocifisso? Lasciateli stare quei poveri Malavoglia, che ne hanno tanti di guai! — Tu va a filare! — rispondeva compare Tino. — Le donne hanno i capelli lunghi ed il giudizio corto. — E se ne andò zoppicando a bere l’erbabianca da compare Pizzuto.

— Vogliono dargli il cattivo Natale a quei poveretti, — mormorava comare Grazia colle mani sulla pancia.

Davanti a ogni casa c’era la cappelletta adornata di frasche e d’arance, e la sera vi accendevano le candele, quando veniva a suonare la cornamusa, e cantavano la litania che era una festa per ogni dove. I bambini giocavano ai nocciuoli, nella strada, e se Alessi si fermava a guardare colle gambe aperte, gli dicevano:

— Tu vattene, se non hai nocciuoli per giocare. — Ora vi pigliano la casa.

Infatti la vigilia di Natale venne apposta l’usciere in carrozza pei Malavoglia, talchè tutto il paese si mise in subbuglio; e andò a lasciare un foglio di

Verga. I Malavoglia. 6