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— Io ci starei anch’io coi vostri, per la madonna! se voleste voi, comare Barbara!...
— Che discorsi mi fate, compare ’Ntoni. La mamma è a filare nel cortile, e sta a sentirci.
— Dicevo per quelle frasche che son verdi, e non vogliono accendere. Lasciate fare a me.
— Che è vero che venite qui per vedere la Mangiacarrubbe, quando si affaccia alla finestra?
— Io ci vengo qui per tutt’altro, comare Barbara. Ci vengo per vedere a che stato è la Provvidenza.
— È a buon stato, e il babbo ha detto che per la vigilia di Natale la metterete in mare.
Come s’avvicinava la novena di Natale i Malavoglia non facevano altro che andare e venire dal cortile di mastro Bastiano Zuppiddo. Intanto il paese intero si metteva in festa; in ogni casa si ornavano di frasche e d’arance le immagini dei santi, e i fanciulli si affollavano dietro la cornamusa che andava a suonare davanti alle cappellette colla luminaria, accanto agli usci. Solo in casa dei Malavoglia la statua del Buon Pastore rimaneva all’oscuro, mentre ’Ntoni di padron ’Ntoni correva a fare il gallo di qua e di là, e Barbara Zuppidda gli diceva:
— Almeno ci penserete che ho squagliata la pece per la Provvidenza, quando sarete in mare?
Piedipapera predicava che tutte le ragazze se lo rubavano.
— Chi è rubato son io! — piagnucolava lo zio Crocifisso. — Voglio un po’ vedere d’onde prenderanno i denari dei lupini, se ’Ntoni si marita, e se