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vino si beveva volentieri, pel fresco che s’era messo. Allora quei ragazzi si misero a lavorare di mascelle, col fiasco fra le gambe, mentre la paranza mareggiava adagio adagio fra il largo cerchio dei sugheri.
— Una pedata per di dietro a chi parla per il primo! — disse lo zio Cola.
Per non buscarsi la pedata tutti si misero a masticare come buoi, guardando le onde che venivano dal largo, e si rotolavano senza spuma, quelle otri verdi che in un giorno di sole fanno pensare al cielo nero e al mare color di lavagna.
— Padron Cipolla le lascerà correre quattro bestemmie stasera; — saltò su lo zio Cola; — ma non ci abbiamo che fare. Col mare fresco non se ne piglia pesci.
Prima compare Mangiacarrubbe gli sferrò una pedata, perchè lo zio Cola che aveva fatta la legge aveva parlato pel primo; e poi rispose: — Intanto ora che siamo qui, aspettiamo a tirare le reti.
— La maretta viene dal largo, e a noi ci giova; — aggiunse padron ’Ntoni.
— Ahi! — borbottava intanto lo zio Cola.
Ora che il silenzio era rotto, Barabba chiese a ’Ntoni Malavoglia: — Me lo dai un mozzicone di sigaro?
— Non ne ho, — rispose ’Ntoni, senza pensare più alla quistione di poco prima, — ma te ne darò mezzo del mio.
Gli uomini della paranza, seduti sul fondo, colla schiena contro il banco e le mani dietro il capo, cantavano delle canzonette, ognuno per suo conto,