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colla veste di seta, e nastri rossi nei capelli, il corsetto ricamato, e le spalline d’oro come quelle del comandante. Un bel pezzo di ragazza così, che portava a spasso i bambini dei padroni, e non faceva altro.
— Bello stare deve essere da quelle parti! — osservò Barabba.
— A voi di sinistra! fermi i remi! — gridò padron ’Ntoni.
— Sangue di Giuda! che mi fate andare la paranza sulle reti! — cominciò a strillare lo zio Cola al timone. — La volete finire colle chiacchiere; stiamo qui a grattarci la pancia, o a fare il mestiere?
— È la maretta che ci accula; — disse ’Ntoni.
— Staglia da quella parte, figlio di porco, — gli gridò Barabba; — colle regine che ci hai in testa ci fai perdere la giornata!
— Sacramento! — rispose allora ’Ntoni col remo in aria, — se lo dici un’altra volta, te lo do sulla testa.
— Che novità è questa? — saltò su lo zio Cola dal timone, — l’hai imparato da soldato, che non si può dire più una parola?
— Allora me ne vado; — rispose ’Ntoni.
— E tu vattene, che coi suoi denari padron Fortunato ne troverà un altro.
— «Al servo pazienza, al padrone prudenza», — disse padron ’Ntoni.
’Ntoni continuò a remare brontolando, perchè non poteva andarsene a piedi, e compare Mangiacarrubbe, per metter la pace, disse che era ora di far colazione.
In quel momento spuntava il sole, e un sorso di