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per tener su le barche, e il ramaiuolo pel catrame, e una catasta di coste e di fasciame appoggiate al muro.

Alessi era sempre accapigliato coi ragazzi che avrebbero voluto montare nella barca, e aiutare a soffiare nel fuoco sotto la caldaia della pece anche loro, e quando le buscava minacciava piagnucolando:

— Ora che viene mio fratello ’Ntoni da soldato!...

Infatti ’Ntoni s’era fatto mandare le carte, e aveva ottenuto il suo congedo, sebbene don Silvestro il segretario avesse assicurato che se ci stava altri sei mesi a fare il soldato, avrebbe liberato suo fratello Luca dalla leva. Ma ’Ntoni non voleva starci più nemmeno sei giorni, ora che gli era morto il padre; Luca avrebbe fatto come lui, che s’era pianta la sua disgrazia laggiù dove si trovava, e avrebbe voluto non far più niente, quando gli recarono la notizia del babbo, se non fosse stato per quei cani di superiori.

— Per me, — disse Luca, ci vado volentieri a fare il soldato, in cambio di ’Ntoni. Così, come tornerà lui, potrete mettere in mare la Provvidenza, e non ci sarà più bisogno di nessuno.

— Questo è proprio un Malavoglia nato sputato! — osservava padron ’Ntoni gongolante. — Tutto suo padre Bastianazzo, che aveva un cuore grande come il mare, e buono come la misericordia di Dio.

Una sera, dopo che tornarono le barche dal mare, padron ’Ntoni arrivò in casa trafelato, e disse: — C’è qui la lettera; me l’ha data or ora compare Cirino, mentre andavo a portare le nasse in casa dei