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è parentela, e facevano denari allo stesso modo, gabbando il prossimo, e vendendo l’acqua sporca a peso d’oro, e se ne infischiavano delle tasse, coloro!

— Metteranno pure la tassa sul sale! — aggiunse compare Mangiacarrubbe. — L’ha detto lo speziale che è stampato nel giornale. Allora di acciughe salate non se ne faranno più, e le barche potremo bruciarle nel focolare.

Mastro Turi il calafato stava per levare il pugno e incominciare: — Benedetto Dio! — ; ma guardò sua moglie e si tacque mangiandosi fra i denti quel che voleva dire.

— Colla malannata che si prepara, — aggiunse padron Cipolla, che non pioveva da santa Chiara, — e se non fosse stato per l’ultimo temporale in cui si è persa la Provvidenza, che è stata una vera grazia di Dio, la fame quest’inverno si sarebbe tagliata col coltello!

Ognuno raccontava i suoi guai, anche per conforto dei Malavoglia, che non erano poi i soli ad averne. «Il mondo è pieno di guai, chi ne ha pochi e chi ne ha assai», e quelli che stavano fuori nel cortile guardavano il cielo, perchè un’altra pioggerella ci sarebbe voluta come il pane. Padron Cipolla lo sapeva lui perchè non pioveva più come prima. — Non piove più perchè hanno messo quel maledetto filo del telegrafo, che si tira tutta la pioggia, e se la porta via. — Compare Mangiacarrubbe allora, e Tino Piedipapera rimasero a bocca aperta, perchè giusto sulla strada di Trezza c’erano i pali del telegrafo; ma siccome don Silvestro cominciava a ridere, e a fare ah!