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— Sì, come se ne sta pregando la Mangiacarrubbe, col naso dentro la mantellina, e Dio sa che peccatacci fa fare ai giovanotti!

La Santuzza scuoteva il capo, e diceva che mentre si è in chiesa non bisogna sparlare del prossimo — «Chi fa l’oste deve far buon viso a tutti», — rispose la Zuppidda, e poi all’orecchio della Vespa: — La Santuzza non vorrebbe si dicesse che vende l’acqua per vino; ma farebbe meglio a non tenere in peccato mortale massaro Filippo l’ortolano, che ha moglie e figliuoli.

— Per me, — rispose la Vespa, — gliel’ho detto a don Giammaria, che non voglio più starci fra le Figlie di Maria se ci lasciano la Santuzza per superiora.

— Allora vuol dire che l’avete trovato il marito? — rispose la Zuppidda.

— Io non l’ho trovato il marito, — saltò su la Vespa con tanto di pungiglione. — Io non sono come quelle che si tirano dietro gli uomini anche in chiesa, colle scarpe verniciate, e quelli altri colla pancia grossa.

Quello della pancia grossa era Brasi, il figlio di padron Cipolla, il quale era il cucco delle mamme e delle ragazze, perchè possedeva vigne ed oliveti.

— Va a vedere se la paranza è bene ammarrata; — gli disse suo padre facendosi la croce.

Ciascuno non poteva a meno di pensare che quell’acqua e quel vento erano tutt’oro per i Cipolla; così vanno le cose di questo mondo, che i Cipolla, adesso che avevano la paranza bene ammarrata, si frega-