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— Se mi mandate all’ospedale sarà meglio; qui ve li mangio io i denari della settimana. Mandami via quando non ci sarà in casa la Mena e Alessi. Direbbero di no perchè hanno il buon cuore dei Malavoglia; ma io vi mangio i soldi della casa, e poi il medico ha detto che posso starci degli anni qui dove sono. E qui non ci ho più nulla da fare. Però non vorrei camparci degli anni, laggiù all’ospedale.

La Nunziata si metteva a piangere anch’essa e diceva di no, tanto che tutto il vicinato sparlava di loro, che volevano fare i superbi senza aver pane da mangiare. Si vergognavano di mandare il nonno all’ospedale, mentre ci avevano tutti gli altri di qua e di là, e dove poi!

E la Santuzza baciava la medaglia che portava sul petto, per ringraziare la Madonna che l’aveva protetta dal pericolo dove era andata a cascare la sorella di Sant’Agata, come tante altre. — Quel povero vecchio dovrebbero mandarlo all’ospedale, per non fargli avere il purgatorio prima che muoia, — diceva. Almeno lei non gli faceva mancar nulla a suo padre, adesso che era invalido, e se lo teneva sull’uscio. — E vi aiuta anzi! — aggiungeva Piedipapera. — Quell’invalido lì vale tant’oro quanto pesa! Par fatto apposta per la porta di un’osteria, così cieco e rattrappito com’è. E dovreste pregare la Madonna che vi campi cent’anni. Già cosa vi costa?

La Santuzza aveva ragione di baciare la medaglia; nessuno poteva dire nulla dei fatti suoi; dacchè don Michele se n’era andato, massaro Filippo non si faceva veder più nemmeno lui, e la gente