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lete rischiar la pelle, dovevate restare a casa a dormire.

Nessuno fiatò più, e ’Ntoni andava pensando, mentre metteva le mani avanti per vedere dove posava i piedi, che compare Cinghialenta avrebbe potuto fare a meno di dir così, perchè a ciascuno in quei frangenti gli viene davanti agli occhi la sua casa, col letto e la Mena che sonnecchiava dietro l’uscio.

Quell’ubbriacone di Rocco Spatu disse infine:

— La nostra pelle non vale un baiocco.

— Chi va là! — udirono gridare a un tratto dietro il muro della strada. — Fermi! fermi tutti!

— Tradimento! tradimento! — cominciarono a gridare, mettendosi a fuggire per la sciara, senza badare più dove mettevano i piedi.

Ma ’Ntoni che aveva già scavalcato il muro si trovò naso a naso con don Michele, il quale aveva la pistola in pugno.

— Sangue della madonna! — gridò Malavoglia tirando fuori il coltello; — voglio farvi vedere se ho paura della pistola!

La pistola di don Michele partì in aria, ma egli stramazzò come un bue, colpito al petto. ’Ntoni allora voleva fuggire, saltando meglio di un capriolo, però le guardie gli furono addosso, intanto che piovevano le schioppettate come la grandine, e lo gettarono a terra.

— Ora come farà mia mamma! — piagnucolava il figlio della Locca, mentre lo legavano peggio di Cristo.

— Non stringete tanto forte, sangue della madon-