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— No, egli non ci viene per donna Rosolina, no! — diceva Piedipapera ammiccandogli di nascosto. — Donna Rosolina può farci le radiche sul terrazzino in mezzo ai suoi pomidoro, a fargli l’occhio di pesce morto. A don Michele non gliene importa nulla dei denari del vicario. Lo so io cosa va a fare nella strada del Nero!

— Dunque cosa pretendete per la casa, — tornò a dire padron ’Ntoni.

— Ne parleremo, ne parleremo quando saremo dal notaio, — rispose lo zio Crocifisso. — Adesso lasciatemi ascoltare la santa messa; — e in tal modo lo mandava via mogio mogio.

— Don Michele ci ha altro per la testa — ripeteva Piedipapera, cacciando fuori tanto di lingua dietro le spalle di padron ’Ntoni, e accennando coll’occhio a suo nipote, il quale andava ad appollaiarsi sui muri, con un pezzo di giubbone sulle spalle, saettando delle occhiatacce sullo zio Santoro, il quale aveva preso a venire alla messa, per stendere la mano ai fedeli, borbottando avemarie e gloriapatri, e conosceva tutti ad uno ad uno, come la folla usciva dalla chiesa, dicendo all’uno: — Il Signore vi dia la provvidenza! — e a quell’altro: — Tanta salute! — e come gli passò accanto don Michele gli disse pure: — Andateci, che vi aspetta nell’orto dietro la tettoia — Santa Maria, ora pro nobis! Signore Iddio perdonatemi!...

La gente, appena don Michele tornò a bazzicare dalla Santuzza, diceva: — Fecero pace cani e gatti! Vuol dire che ci era sotto qualche cosa per te-