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casa del nespolo; ed è meglio che li facciate voi i vostri affari, finchè ci avete gli occhi aperti.

Allora lo zio Crocifisso rispondeva: — Sì, sì, andiamoci pure dal notaio; ma bisogna che mi facciate guadagnare qualche cosa su questo affare. Vedete quante perdite ho fatte! — E Piedipapera aggiungeva, fingendo di parlare con lui: — Quella strega di vostra moglie se sa che avete ripreso i denari della casa, è capace di strozzarvi, per comprarsene tante collane e fazzoletti di seta. — E diceva pure: — Almeno la Mangiacarrubbe non ne compra più collane e fazzoletti di seta, ora che ha acchiappato il marito. La vedete come viene a messa con una vesticciuola di cotonina!

— A me non me ne importa della Mangiacarrubbe, ma avrebbero dovuto bruciarla viva anche lei, con tutte le altre donne che sono al mondo per farci dannare l’anima. Che ci credete che non compra più nulla? Tutta impostura per minchionare padron Fortunato, il quale va gridando che vuole pigliarsi piuttosto una di mezzo alla strada, piuttosto che lasciar godere la roba sua a quella pezzente la quale gli ha rubato il figliuolo. Io per me gli regalerei la Vespa, se la volesse! Tutte le stesse! e guai a chi ci capita, per sua disgrazia! che il Signore leva il lume. Vedete don Michele, che va nella strada del Nero, per far l’occhietto con donna Rosolina; cosa gli manca a costui? Rispettato, ben pagato, con tanto di pancia!... Ebbene! corre dietro alle donne anche lui per cercarsi i guai colla lanterna; per la speranza di quei quattro soldi del vicario.