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e ai tuoi fratelli non ci pensi? Oh, se fossero qui tuo padre e la Longa! ’Ntoni! ’Ntoni!...

— Ma voi altri ve la passate forse meglio di me a lavorare, e ad affannarvi per nulla? È la nostra mala sorte infame! ecco cos’è! Vedete come siete ridotto, che sembrate un arco di violino, e sino a vecchio avete fatto sempre la stessa vita! Ora che ne avete? Voi altri non conoscete il mondo, e siete come i gattini cogli occhi chiusi. E il pesce che pescate ve lo mangiate voi? Sapete per chi lavorate, dal lunedì al sabato, e vi siete ridotto a quel modo che non vi vorrebbero neanche all’ospedale? per quelli che non fanno nulla, e che hanno denari a palate lavorate!

— Ma tu non ne hai denari, nè io ne ho! Non ne abbiamo avuti mai, e ci siamo guadagnato il pane come vuol Dio; è per questo che bisogna darsi le mani attorno, a guadagnarli, se no si muore di fame.

— Come vuole il diavolo, volete dire! Che è tutta opera di Satanasso la nostra disgrazia! Ora sapete quel che ci aspetta, quando non potrete più darvele attorno le mani, perchè i reumatismi le avranno ridotte come una radica di vite? Vi aspetta il vallone sotto il ponte per andare a creparvi.

— No! no! — esclamò il vecchio tutto giulivo, e gettandogli al collo le braccia rattratte come radiche di vite. — I denari per la casa ci son già, e se tu ci aiuti....

— Ah! la casa del nespolo! Credete che sia il più bel palazzo del mondo, voi che non avete visto altro?